I solai con soletta collaborante in c.l.s. – parte II
- Set 11, 2015
- By damiano zennaro
- In news, tecnologia del legno
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Parte II^
Dal corretto dimensionamento della connessione dipende l’aumento di capacità portante della trave mista rispetto al solo legno. Questo tipo di connessione mi permette, posando in opera in cantiere un certo numero di connettori e rilevando la loro coppia di serraggio, di essere certo delle prestazioni finali del sistema trave connettore.
La deformabilità nel tempo della connessione, che nelle travi composte in acciaio-calcestruzzo può essere normalmente trascurata, influenza invece notevolmente la resistenza e soprattutto la rigidezza nelle travi in legno-calcestruzzo per il rifollamento della vite nella trave in legno.
Eccessive deformazioni possono portare al distacco della pavimentazione per l’incremento degli sforzi di taglio che si vengono a creare all’estradosso del solaio.
L’ipotesi di connessione infinitamente rigida e sezioni piane, frequentemente adottata dai progettisti non risulta particolarmente idonea per la verifica della sezione mista legno – calcestruzzo se non si adottano opportuni fattori correttivi per una stima più accurata della rigidezza e della resistenza finale della connessione.
E’ da osservare come il poter contare su un corretto collegamento tra le travi in legno ed una soletta di calcestruzzo, da gettarsi in fase successiva, permetta di conseguire risultati molto interessanti e tali da poter senza dubbio affermare che l’intero complesso costruttivo ne risulta staticamente rinforzato.
In primo luogo le strutture orizzontali, direttamente interessate dall’intervento, riscontrano un aumento non certamente trascurabile sia di resistenza che di rigidezza. Inoltre la soletta in cemento armato, anche se di spessore limitato, tessuta su luci assai esigue (tale è sempre il caso dei travetti del solaio) costituisce un efficace elemento statico di ripartizione trasversale, conferendo al solaio un comportamento molto più razionale rispetto ai carichi non uniformi agenti sullo stesso. Infine la soletta, riguardata come elemento strutturale in grado di sopportare azioni agenti nel proprio piano, costituisce elemento di notevole resistenza e rigidezza. La possibilità di effettuare facilmente collegamenti tra la soletta stessa e le murature del fabbricato e tra le solette dei vari ambienti attraverso i muri interni permetterà la realizzazione di un efficace collegamento orizzontale tra le strutture verticali, garantendo così ai solai una importantissima funzione statica in precedenza completamente assente.
Prendiamo ad esempio il caso di un solaio tipico in legno, costituito da una serie di travi parallele, portate da muri d’ambito o da travi principali, sulle quali è tessuto, in direzione ortogonale, un tavolato.
E’ evidente che in un intervento di recupero di un solaio esistente, ci deve essere sempre un preventivo giudizio sullo stato di conservazione delle travi in legno, giudizio che non sarà tanto condizionato dalla presenza di fessurazioni parallele alle fibre o da stati di deformazione abbastanza visibili, quanto piuttosto dalla individuazione di degradi specifici, dovuti ad un eccesso di umidità ed un attacco miotico , da insetti o da deformazioni per lesioni.
E’ opportuno precisare che in tutti i casi si dovrà procedere alla messa a nudo della struttura mediante una accurata sabbiatura, ad un eventuale trattamento biocida – fungicida prima della posa in opera dei connettori e della esecuzione della cappa in cls. A questo proposito è utile far presente che in una eventuale puntellazione della travi non è opportuno cercare, forzando le travi, di recuperare eventuali deformazioni permanenti delle stesse. Lo scopo della puntellazione deve essere limitato ad assicurare che il peso della soletta di calcestruzzo in fase di getto non venga sopportato dalle trarvi in legno, il disarmo avverrà infatti dopo la maturazione della soletta di calcestruzzo.
E’ possibile non puntellare la struttura in fase di getto della soletta ma in questo caso dovrà essere fatta una particolare verifica sulle travi in legno che dovranno sopportare, senza eccessive deformazioni, la fase di getto.
Infine altro fattore che si deve prendere in dovuta considerazione è la forte influenza dell’umidità del legno sul comportamento generale della trave (la sua influenza sulla rigidezza e resistenza della connessione) e la presenza dell’assito passante il quale riduce la rigidezza della connessione.